biografia

SILVIO BENEDICTO BENEDETTO



… non so come né perché, non ci ho mai pensato, ma so che i rapporti umani sono stati preponderanti nel mio vissuto: ecco perché la mia biografia è densa di nomi. Ne sono contento. E so che aumenteranno. Sembra un po’ un elenco telefonico, ma va bene così”.


Silvio Benedetto


                Silvio con Alfaro Siqueiros                             Pablo Picasso e Renato Guttuso                     Silvio con Renato Guttuso


Museo Benedetto (Cuernavaca, Messico)


FOTO
(Castagnino, Cuevas, Levi-Ballistreri)





Nasce il 21 marzo 1938 a Buenos Aires in Argentina.

La madre Adela Italia Caldarella, nata il 16 aprile 1914 a Buenos Aires, era figlia di artigiani siciliani di religione cattolica immigrati in Argentina e il padre, Juán Valente Benedetto, era nato il 29 dicembre 1909 a Rosario de Santa Fé da coloni piemontesi di religione evangelica, anch’essi immigrati in Argentina. Porteño come Silvio suo fratello Guillermo Oscar, di poco più grande (Buenos Aires, 11 maggio 1935).

Frequenta contemporaneamente il Liceo Classico e l’Accademia di Belle Arti dove studia scultura, pittura e incisione. Partecipa nel 1958 all’occupazione dell’Accademia guidata da Julio Le Parc, per ottenere (con successo) non solo il cambiamento del suo nome in “Accademia di Arti Visive” ma anche per far introdurre materie come teatro, percezione visiva, chimica, pedagogia, fotografia. Lasciano in lui una traccia positiva i professori Bruno Venier, Cartier, Fasulo e Mané Bernardo.

Sin da piccolo, oltre studiare pianoforte, danza e recitazione al Teatro Labardén, essendo nato in una famiglia d'arte affina la sua manualità e la sua capacità di "lettura dell'immagine": infatti pittori e fotografi sono stati suo nonno materno, i suoi genito­ri, i suoi zii, suo fratello e lo sono i suoi nipo­ti e sua figlia Flavia. Suo nonno Benito Lucio Caldarella è stato fotografo ufficiale del Presidente della Repubblica Argentina Alvear, e fotografo dei noti artisti che si esibivano al prestigioso Teatro Colón di Buenos Aires, inoltre ha brevettato diversi tipi di fondali di sua invenzione per effetti speciali destinati agli studi fotografici.



“… Nel primo ‘900 un giovane siciliano si introduceva in un grande armadio scomparendo dietro le ante. All’interno di questa “magica” camera oscura, lui e una rudimentale attrezzatura fotografica diventavano un appassionato tutt’uno. Molti anni dopo a Buenos Aires sarebbe diventato un famoso e ricercato fotografo, ritrattista di presidenti e artisti noti, arrivando addirittura a brevettare effetti speciali. Creerà la prima associazione di fotografi professionali argentini. Questo grande artista,nonno del maestro Silvio Benedetto, era Benito Caldarella… ”

Olga Macaluso (dal catalogo “L’affascinante mondo dell’immagine” Studio Mediterraneo, 1988)



Sin da giovane la sua attività artistica è intensa.

Nel campo della pittura vince il primo premio alla Biennale Panamericana d'Arte Sacra e realiz­za numerose personali tra le quali, di rilievo, quelle al Museo Nacional de Tucumàn e alla Galleria Müller di Buenos Aires (il giorno dell’inaugurazione in questa galleria della Calle Florida coincide con la storica caduta di Juan Domingo Perón).

Si occupa inoltre di fotografia (reportages, gigantografie e foto di scena) e, nella seconda metà degli anni Cinquanta, sono numerose anche le attività teatrali di Benedetto a Buenos Aires: per esempio il 21 agosto 1956 realizza un microconcerto nel suo studio-appartamento di Calle Salta 1629 (oggi “1650”); il 3 febbraio 1957 allestisce una mostra di maschere (presso il Pub “La Fantasma”) col suo amico Eduardo Yarke; realizza maschere teatrali e burattini in dialogo con Mané Bernardo.

Risalgono al 1958 le prime realizzazioni di quella sua particolare forma teatrale che diverrà subito dopo il “teatro negli Appartamenti” (come ad esempio “Cara a cara” nel suo studio di via Chacarita) e  all’anno successivo la scrittura dell’opera teatrale El hombre del rulo verde insieme a Luisa Racanelli. Sempre a Buenos Aires nel 1960 Silvio Benedetto entra a far parte del Teatro de Los Independientes come fotografo, pittore e attore; Onofre Lovero, Walter Santa Ana, Haydée Padilla e Joaquin Sokolowicz (quest’ultimo raggiungerà Silvio in Italia di lì a pochi anni) diventano suoi amici.

Importanti sono anche i rapporti di amicizia e di lavoro con Nelia Licenziato, Liliana Porter, Eduardo Yarke, Cesare Caldarella (suo cugino), Norberto Fernandez, Luisa Racanelli.

Con Luisa nel 1961 Silvio parte per l’Italia, in tasca il biglietto di andata e ritorno valido un mese: il tempo  di visitare luoghi dell’arte conosciuti solo attraverso libri e fotografie, e di accompagnare il nonno Benito che, nato ad Avola (Siracusa), desiderava rivedere la sua Sicilia.



“… Non era facile partire, questión de guita. Però qualcosa è cambiato: al Salón Annual Municipal de Manchas io vinco il primo premio in pittura ed il terzo in scultura e Luisa il secondo in pittura; a questi pesos, che non erano pochi, abbiamo aggiunto i compensi del nostro lavoro di fotografo teatrale (facevo anche il fotografo di spiaggia, con un berrettino sul quale mia cognata Luisita aveva ricamato “Foto Silvio”) ma ancora la somma non bastava. Grazie ad Onofre Lovero (direttore del Teatro de Los Independientes) ottengo un prestito dalla Societad Nacional de Actores. Ecco fatto…”



Sbarcato a Genova e diretto in Lunigiana (Colombiera, Castelnuovo Magra), dove soggiornerà per qualche tempo e dove nasceranno rapporti affettuosi con le famiglie Ricci, Marchini, Tendola e Moracchioli, una casualità lo spinge alle Cinque Terre (La Spezia), luoghi noti per le opere di Signorini, Discovolo e Birolli:



“… mi capita fra le mani un giornale. Il titolo diceva: “Festa dei pittori a Manarola. Pesce e vino per i partecipanti”. Il richiamo “biblico” e la prospettiva di un nostro primo appuntamento pittorico in Italia ci attira. Andiamo!…”



In questa sua prima visita fa conoscenza con Aristide Rollandi e con Silvana e Dario Capellini (con questi ultimi, insieme al figlio Bernardo, sarà partecipe di intense pagine di lotta, di vita e di amicizia, e così fino ad oggi).



“… Aveva però con sé una cartella di disegni che ci avrebbe mostrato volentieri se ci avesse fatto piacere dare uno sguardo. E così, senza tante cerimonie, il nostro giovane pone a terra la cartella, in mezzo alla strada… Siamo sorpresi e affascinati… e prima ancora di sapere qualcosa di lui gli chiediamo di cederci i disegni… in meno di un’ora la cartella era vuota…

… Quel S. Lorenzo non è poi tanto lontano, ma è passato tempo sufficiente perché la figura di Silvio Benedetto si affermasse in modo clamoroso non solo in Italia…”

Aristide Rollandi, docente facoltà di Medicina, Ospedale San Martino di Genova

(da “Lettera a Benedetto” - catalogo”Vendemmia nelle Cinque Terre”  -  Genova, marzo 1975)



Su invito di Dario Capellini Silvio partecipa alla Festa dei pittori di Manarola. Inizia così il suo lungo sodalizio con le Cinque Terre: egli ha conosciuto ed amato luoghi e persone (ricordiamo momenti di incontro-dibattito con Bernardo Bertolucci, Gianni Amico, Aldo Trionfo e tanti altri); a queste terre, al pae­saggio, alla gente ed al suo lavoro ha dedicato e dedica grande parte del suo interesse artistico e culturale attraverso opere pittoriche, scultoriche e teatrali.

Resta ancora oggi predominante la tematica della Vendemmia, affrontata a volte in maniera realistica, altre di trasfigurazione poetica o rapportata ad altre culture o ad altri autori (come Borges, Baudelaire, Neruda, Montale).

Di lì a poco Silvio decide di rimanere in Italia e con Luisa che, nata a Roma, vuole tornare nella sua città, si trasferisce per breve tempo nel quartiere Alberone di Roma, in via Cesare Baronio 88 e, successivamente, in una mansarda di via del Babuino 144 che subito diviene fulcro di riunioni e di incontri culturali. È un periodo intenso di creatività e di nuove, durevoli relazioni: Dacia Maraini, Anna e Carlo Riccio, Giovanni Angela, Anna e Vittorio Micozzi, Pietro Germi, Vittorio Querel.

Alle riunioni non mancano quei vecchi amici che i Racanelli frequentavano prima di partire per l’Argentina (1946): Riccardo Fellini (fratello di Federico), Bruno Brunettini, Salvatore Argento (padre di Dario), Amerigo Anconetani, Giuseppe Malandrino.

Comincerà nel 1963, alla Galleria Penelope di Roma, una lunga e notoria attività espositiva che si prolungherà per diverse città italiane ed europee, con mostre personali in numerose e prestigiose gallerie: citiamo tra tante “München Galerie” in Germania; “Malaga” in Spagna; "Penelope”, "Zanini" e "La Nuova Pesa" di Roma; "La Bussola" di Torino; "De’ Foscherari" di Bologna; "Gianferrari" di Milano; “La Sfera” di Modena; “La Steccata” di Parma e “Guelfi” di Verona (con tutti i galleristi nasce un affettuoso legame, nonché un’intensa amicizia con alcuni collezionisti come Achille Fumagalli, Severina e Santo Bruno, Sergio Padua, Antioco Maccione).

Espone ed è premiato in rassegne nazionali ed inter­nazionali.

Nel 1964 Silvio e Luisa vanno ad abitare in via del Babuino 127.

Il 6 dicembre 1964 nasce la loro figlia Flavia a Montesacro (Roma): questo evento porta i genitori di Luisa (Diana e Davide Racanelli, con la figlia Paola) a lasciare Buenos Aires per tornare a Roma.

Con loro Silvio crea nella centrale via Laurina la Galleria Due Mondi, con l’intento programmatico di dare ampio spazio ai giovani e di offrire una cassa di risonanza agli artisti latinoamericani in Italia, senza escludere altre aperture.

Silvio sceglie come logo per questa galleria il cavallo di Guernica di Picasso, in memoria del bombardamento aereo della città omonima durante la guerra civile spagnola (26 aprile 1937).

Giorgio Di Genova ed Enrico Crispolti cureranno diverse edizioni della rassegna Prospettive, e Duilio Morosini Immagini degli Anni '60: poesia e realtà.

Benedetto crea la rassegna Artisti Latinoamericani d'Avanguardia e organizza una prima mostra di arte cubana contemporanea.



”…La Galleria Due Mondi era frequentata da importanti personaggi latinoamericani: pittori come David Alfaro Siqueiros, Antonio Berni, Urruchua, Juan Carlos Castagnino, Juan Carlos Alonso, Oswaldo Guayasamin; la cantante Mercedes Sosa; scrittori tra cui Ernesto Sabato, il Nobel Miguel Angel Asturias; il poeta Alvaro Yunque (che nomina Silvio membro onorario dell'Accademia del Lunfardo di Buenos Aires).

Ma vi trovavano spazio anche giovani argentini come Joaquin Sokolowicz, Hugo e Delia Pereira, Elias Condal (con il quale Silvio ha organizzato dibattiti politici e ha creato le edi­zioni "II Tucano"), Carlos Valles con cui Silvio ha allestito spettacoli e realizzato seminari sul tango (ha anche incluso questo ritmo in diversi suoi spettacoli teatrali).

Oltre ai giovani la Due Mondi era in grado di attrarre un vasto pubblico: famosi personaggi dello spettacolo come Vittorio Gassman, Paolo Stoppa, Ugo Tognazzi e Franca Bettoia, Vincent Price, Franco Interlenghi e Antonella Loaldi; noti artisti italiani come Renato Guttuso, Renzo Vespignani, Ennio Calabria, Piero Guccione, Giorgio De Chirico; scrittori come Dacia Maraini, Alfonso Gatto, Valentino Zecchin, Rafael Alberti.

E non mancava mai l’attenzione della critica più qualificata…”

(Luisa racanelli, Roma 2009)



Non solo Silvio fa conoscere l'arte latinoamericana, ma presenta per la prima volta al pubblico romano opere di Picasso, Bacon, Sutherland, Matta e Lam.

In questo periodo realizza i Dialoghi letterari (disegni e dipinti su Pier Paolo Pasolini, Garcia Lorca, Pablo Neruda, Attila Joseph, Franz Kafka, Dante Alighieri e Angelo Maria Ripellino) e i Dialoghi con i pittori (disegni e dipinti su Còsme Tura, Andrea Mantegna, Giotto, Matthias Grünewald, Paolo Uccello, Renato Guttuso, Pablo Picasso, Francisco Goya).

Sono gli anni del dibattito sulla Nuova Figurazione. Si discute in trattoria, in fiaschetteria, negli studi; si riscoprono Testaccio, il Folk Studio ed i piccoli teatri di avanguardia.

Vicino a Benedetto, in questo periodo romano: Anna e Vittorio Micozzi, Antonio Nori, Leonida Repaci, Mario Penelope, Anna Lembo, Alberto Riccio, Pier Luigi Bellacci, Vincenzo Piselli, Benedetto Avincola, Alberto Caprani, Lucia Torossi, Titina e Alfio Di Bella, Ennio Calabria, Giuseppe Mazzullo, Saro Mirabella, Antonietta Mafai, Carlo Levi, Anna e Giuseppe Mannino, Cesira e Dario Micacchi, Maria e Duilio Morosini, Giorgio Di Genova e Renato Guttuso; nonché Anna e Angelo Liberati, Anna e Giuseppe Macrì con i quali il legame diventa intenso e prolungato.

In Versilia, invitato in qualità di ospite insieme a Luisa Racanelli al Premio Viareggio dal presidente Leonida Repaci, fa conoscenza con Vittorio De Sica, Sofia Loren, Giuseppe Ungaretti, Attilio Bertolucci e Pier Paolo Pasolini, il quale si trattiene a lungo a commentare i suoi lavori.

In seguito Silvio realizzerà i disegni La Comare Secca e Ragazzi di vita, e dipingerà un ritratto della madre del poeta friulano nel ruolo della madre di Cristo crocifisso.

Sempre in questi anni il suo impegno politico lo porta a scrivere per le riviste di Montevideo, del Messico e dell’Italia per esprimere il proprio disaccordo sulla situazione politica dell’Argentina che sta vivendo in un aspro clima di restrizioni. L’Ambasciata Argentina a Roma, dopo aver letto gli articoli di Benedetto (in Italia ancora con permesso di soggiorno), gli scrive una lettera di contestazione sostenendo che l’Argentina è più liberale di quanto egli scriva sui giornali. L’Ambasciata Argentina gli impedisce dunque di accedere a tutte quelle manifestazioni per le quali l’Italia richiede una intermediazione ufficiale (Biennale di Venezia ed attività dell’Istituto Latinoamericano di Cultura).

Nel 1966 Luisa e Silvio lasciano il Babuino e per pochi mesi risiedono, sempre a Roma, in via Prisciano. Dalla finestra di questo appartamento (con vista su Villa Stuart) Silvio realizza studi e disegni di paesaggio (i pini ne sono il tema prevalente).

Gli intellettuali ed artisti dell’ambiente romano avevano scelto lo studio di Silvio di via del Babuino per festeggiare l’arrivo di Siqueiros a Roma. E’ lì che il muralista messicano ha avuto occasione di vedere “Grande deposizione con Cristo del Mantegna”, quel dipinto di Benedetto che lo ha indotto ad invitare il giovane pittore argentino a recarsi in Messico per fare parte del suo Taller (“La Tallera”).



“… El cuadro “Deposizione” me gusta por diversas razones: realismo moderno, tema social, fuerza de la composición y del color, no tiene formas preconcebidas…”.

David Alfaro Siqueiros (Casa della Cultura di Roma, 1965)



Nel 1966 dunque Benedetto raggiunge Cuernavaca e partecipa alla realizzazione de “La Marcha de la Humanidad”, che il grande maestro sta ultimando per il Poliforum di Città del Messico. Di lì a poco però un profondo dissenso lo allontana dal muralista messicano.

Silvio accetta l’invito di Guayasamin a recarsi in Ecuador per realizzare una mostra personale a Quito ma, prendendo contatto con la realtà del luogo, rivolge una severa critica alla Casa de la Cultura di Quito, allo stesso Guayasamin e al Presidente dell’Ecuador. Successivi eventi lo costringono lasciare il Paese e, con esso, amici come Wilson Hallo, i pittori Viola e Tabara e tanti numerosi giovani artisti.

Ritorna in Messico. Don Manuel Suarez (“padrón” anche del murales di Siqueiros “La Marcha de la Humanidad”) commissiona allora a Benedetto un grande murales per il Casino de la Selva del quale egli è proprietario e l’artista argentino inizia un ambizioso progetto (4.500 m²) dal titolo Progreso y Violencia, del quale lascerà ultimata soltanto una grande parete di m. 50 x 25 circa, essendo nuovamente costretto ad allontanarsi.

Contemporaneamente egli aveva realizzato anche un altro suo murales all’Università di Guerrero, opera che successivamente verrà incendiata.

In questo periodo Marta Traba scrive sul catalogo della Galleria di Arte Moderna di Colombia:



Silvio Benedetto è stato negli ultimi tempi "il caso scandalo" della pittura latino americana, contendente di Gua­yasamin, contestatore di Siqueiros, vincito­re in Messico (Cuernavaca) di un abnorme murales".



Questo murales di Benedetto verrà distrutto nel 2002, insieme ad altri di Siqueiros, Orozco, Rivera, Atl, Camarena per dar luogo alla costruzione di un grande centro commerciale.

In difesa di queste opere d’arte si è schierato, fra tanti, anche lo scrittore Gabriel Garcia Marquez che ha definito questo atto “un grave attentato al Patrimonio Culturale Mondiale”:



“… E’ di questi giorni la notizia di un grave attentato contro il Patrimonio Culturale Mondiale compiuto a Cuernavaca, nel Messico: la distruzione del Casino de la Selva, conosciuta in tutto il Sudamerica come la “Cappella Sistina Messicana”. Il complesso architettonico del 1929 era opera dell’architetto Felix Candela, ed ospitava la più straordinaria collezione di murales firmati da Siqueiros, Orozco, Diego Rivera, Silvio Benedetto, Camarena, Flores, Gonzales e tanti altri. Il primo a denunciare questo vero e proprio crimine, favorito dall’indifferenza delle autorità, è stato il celebre scrittore Gabriel Garcia Marquez che sta tentando, con il sostegno di tutti gli intellettuali messicani, di salvare il salvabile e trasformare ciò che resta in un Istituto Internazionale delle Arti, chiedendo l’immediato intervento dell’UNESCO…” (Daniele Carioti, da “Su questi muri c’è la storia di un continente”, Erasmo, 8 febbraio 2002).



Oltre all’attività pittorica, durante il suo soggiorno realizza diversi happening (El moralista, Tango de despedida al Che Garufa, Amigo Perro, Tetas y Coca-Cola) e gioielli d’arte in argento (nella città di Taxco).

Allontanandosi dal Messico, Benedetto lascerà dietro di sé, oltre alla disputa con Siqueiros e con le autorità messicane, accesi dibattiti come quelli con Cuevas e Jorodowsky, i suoi libri, le sue opere, diversi pezzi archeologici, oggetti personali. E amici: come Socorro Ramirez e Armando Ortega, Guillermo Bravo, Lilia Suarez e tanti giovani.

A Cuernavaca rimangono anche cento opere di Benedetto riunite in un museo a lui intitolato (da ricordare in quest'ampia collezione i Dialo­ghi: Grande deposizione con Cristo del Mantegna; La fucilazione di Goya nello studio; II diluvio di Paolo Uccello).

All’inizio del 1970 ritornare a Roma, la sua nuova casa-studio sarà l’appartamento di via degli Scialoja 6 nel Quartiere Flaminio.

Tra la metà degli anni Sessanta e la fine del 1969, realizza numerosissime incisioni e litografie presso le stamperie “Ai Fiori Chiari” e “La Tela” di Palermo, "II Torcoliere" e "II Feltro" di Roma ed espone in diverse città europee: alla "Junge Kunst" di Vienna, alla "Arte Moderna Italiana" di Innsbruck, alla "Grafica Italiana" di Mosca, a Norimberga, Praga, Wolfsbourg, Copenaghen, Brema, Colonia, Stoccarda, Liegi, Rotterdam, Parigi, Lione, Ginevra, Grenoble, Tolone e Nizza.



Negli anni Settanta si sposta di continuo sia in Italia che all’estero, trovando sempre momenti di creatività che lo fanno spaziare dalle attività  più azzardate (performance lungo il fiume Orinoco nell’Amazzonia venezuelana) a quelle più sperimentate (azioni pittoriche in spazi urbani ed in dialogo con il pubblico).



“… Da Roma Benedetto e i suoi dipinti viaggiano in tutta Italia ed oltre i confini suscitando ovunque – per la straordinaria incisività del segno, la vivacità della gamma cromatica, l’audacia delle composizioni, la spregiudicatezza della tematica – ammirazione e invidia, plauso e risentimento, e polemiche a non finire…”.

Franco Grasso, critico d’arte

(da “L’ultima colomba”, per la mostra al Palazzo dei Normanni, Palermo 1991)



In Sicilia, dove soggiorna a lungo, conosce Ciccio Busacca, Ignazio Buttitta, Rosa Ballistreri, Giacomo Giardina, Giusi e Paola Pintacuda, Carlo Levi e li porta con sé in diverse città italiane a presentare spettaco­li, incontri, dibattiti (soprattutto Giusi e Paola Pintacuda per molti anni saranno presenti nelle vicende artistiche di Benedetto).

Inoltre, sempre in Sicilia: Enzo Venezia, Giuseppe Lo Presti, Salvatore Marrone, Melchiorre Napolitano, Pino Concialdi, Antonio Petruso, Elio Cupari, Francesco Romeo (oggi Ciccio, Mara e Daffy), Silvana Palladino, Salvatore Marrone, Elio Fiorentino, Ippolito Ferreri, Candido Gai, Carmelo Sammarco, Piero Caldarera, Virginia e Franco Grasso, Totò Castagna, le famiglie Liga, Toscani, Cuticchio, Collisani, Badalamenti, Crimaldi e Piazza.

A Roma stringe amicizia con Anna Lembo e Pier Luigi Bellocci.

In Sardegna Silvio realizza numerose manifestazioni artistiche con Angelo Liberati, Antonio Moi, Mauro Deledda, Ausonio Tanda (molti anni dopo la galleria di Arte Moderna di Cagliari realizzerà una sua mostra antologica di incisioni).

In questi anni Silvio Benedetto si lascia sedurre dalla figura di Santa Teresa d’Avila sulla quale, rivisitando il Bernini, realizza molti disegni, una cartella di incisioni e una grande tela intitolata Ratto di Santa Teresa (Dialogo col Bernini). Quest’ultima è stata esposta alla Galleria La Nuova Pesa di Roma con prefazione al catalogo di Leonardo Sciascia, ed è andata completamente distrutta qualche anno dopo in un incendio al Palace Hotel di Mondello (Palermo). Resterà soltanto una car­tella di incisioni con prefazione di Leonardo Sciascia (questo tema verrà ripreso ancora negli anni Ottanta con uno spettacolo di Teatro negli Appartamenti di grande successo, Santa Teresa D’Avila, con presentazione di Maurizio Calvesi e Italo Moscati).

Nel 1973 la "Neue Münchner Galerie" di Monaco di Baviera edita e presenta la sua acquaforte Desde Sicilia.

Frequenta lo studio di Tarquinia del pittore Sebastian Matta, con il quale scambia interessanti pensieri sull’arte contemporanea. Il maestro cileno firmerà, aderendo, il manifesto “Arte come azione nel contesto urbano”.

Del 1974 è la sua imponente installazione Mamma, ho trovato dei magnifici fiori che meritano di essere colti (Il Cristo dei Minatori): una struttura polie­drica di 33 x 33 m. dipinta a Caltanissetta, presso un capannone di Cettina e Manfredi Piazza, con l’affettuosa collaborazione di Isidoro Passanante e dei nipoti argentini di Silvio (Willy, Claudio e Gustavo Benedetto durante una loro prima visita in Ilalia), e per la cui realizzazione aveva posato il pittore napoletano Alfredo Bovio Di Giovanni; montata nell’arco di una notte (la notte della vigilia di Natale) nel centro di Palermo, quest’opera diviene subito nota come Il Cristo del Politeama sulla scia di un’accesa polemica: benchè commissionata dal Comune di Palermo viene prontamente fatta smontare dall’allora Sindaco Vito Ciancimino.

In questa occasione Benedetto presenta a Palermo il suo manifesto Arte come azione nel contesto urbano; a suo soste­gno firmeranno il manifesto numerosi artisti e intellettuali tra cui: Sebastian Matta, Corrado Cagli, Bruno Zevi, Luigi Nono, Vittorio Gelmetti, Leonardo Benevolo, Dario Fo, Nanni Loy, Titina Maselli, Cesare Zavattini.

Dello stesso anno, non meno clamorosa è la polemica con l'Arcivescovato di Palermo e con il Cardinale Pappalardo a proposito della partecipazione di Benedetto, come artista invitato, alla rassegna "Il sacro nell'arte": la sua opera La Trilogia (Diluvio, Processione e Tragedia Greca), pur visionata a priori dagli organizzatori e inclusa in catalogo, viene censurata durante l’allestimento della mostra e dunque ritirata dall’esposizione al Palazzo Arcivescovile poco prima dell’inaugurazione. Dato che nessun giornale della città siciliana aveva voluto pubblicare la verità su questo sopruso, insieme ad Alida Giardina e a numerosi giovani amici Benedetto tappezza le pareti di Palermo con l’ormai noto manifesto Lettere che L’Ora non ha voluto pubblicare (A proposito del Cristo del Politeama, di Guttuso e di un pubblico dibattito), "… Al Cardinale Pappalardo e all'opinione pubblica: oscenità o favoritismo? a chi? a che cosa?". Documenta l’evento anche una brochure firmata da Antonio Collisani, Franco Grasso, Bruno Lavagnini, Alida Giardina, Maria Grazia Paolini e da Silvio stesso.

In adesione alle proteste della cerchia di Benedetto e di una larga parte di pubblico Antonio Collisani coraggiosamente accoglierà l’opera censurata e la presenterà al pubblico nella sua Galleria "La Persiana" di Palermo nella centrale via Libertà.

L’inserimento in quel manifesto del nome di Guttuso, aggiunto ad un parere del critico d’arte Dario Micacchi, entrambi inopportuni a giudizio del pittore bagherese, incrina il rapporto tra il quest’ultimo ed il pittore argentino.



… Sono rari ancora i pittori positivi dell'eros, i pittori erotico-critici, e Benedetto è tra questi. Le sue immagini dell'eros restano originali an­che se confrontate con quelle di Matta, di Ipousteguy, di Picasso; e originalmente si collocano su una linea italiana assieme a quelle di Guttuso, Moreni, Vacchi, Cremonini, di giovani come Mattia e Tornabuoni. Certe fantastiche avventure del segno di Guttuso erotico, che è frequentemente il Guttuso più creatore, sono state spinte assai avanti da .Benedetto, tanto da riuscire stimolanti per Guttuso stesso…(di Dario Micacchi, da “L'immaginazione organica di Silvio Benedetto e il lirismo della liberazione dell'eros”, L’Unità 1973)



Dal 1975 Benedetto auto­re, regista, attore, scenografo, crea e dirige in Liguria il Festival Internazionale di Teatro nelle Cinque Terre, una manifestazione a carattere continuativo per la quale crea la statuetta in bronzo Dioniso, oggi collezione Eduardo De Filippo, Rafael Alberti, Laurence Olivier (in successive edizioni si sono assegnati riconoscimenti a Beppe Barra, Leonardo Sciascia, Ciccio Busacca, Michele Perriera, Dacia Maraini, Umberto Artioli, Dario Argento, Astor Piazzolla e Amelita Baltar, Roberto Guicciardini, Walter Santa Ana; a gruppi teatrali come Rajatablas, Remondi e Caporossi, Teatro Belli, I Danzatori Scalzi di Patrizia Cerroni; ad altre personalità del mondo della cultura e dell’arte).



“… Gli avvenimenti artistici, infatti, accentrati nelle capitali del nord o in luoghi privilegiati, creano intorno smarrimento, soffocando le ansie e le potenzialità della provincia, che non ci si cura ne di alimentare, ne di sollecitare, salvo qualche rara ed isolata eccezione. E alla minaccia della speculazione edilizia, che vorrebbe uniformare in cemento con una impronta cosmopolita, si aggiunge l'intenzione di appiattire e fagocitare ogni fermento di cultura non uniformata ai programmi della cosiddetta cultura nazionale….”.

(Silvio Benedetto, Festival di teatro nelle Cinque Terre,

www.silviobenedetto.com/sb/it/scritt_festival5terre.htm)



Nello stesso anno insieme ad Alida Giardina fonda il Teatro Autonomo di Roma, da cui deriveranno allestimenti di note­vole successo, con le recensioni dei maggiori critici dell’epoca. Tra tanti: La donna spezzata (Teatro Comunale di Savona); Ecuba (Teatro Comunale di Carrara); La nave dei pazzi (Teatro Bibiena di Mantova, Duomo di Monreale, Palazzo dei Consoli di Gubbio); Lucrezia Borgia (Festival di Taormina); Santa Teresa d'Avila (Festival Les Interieurs di Parigi); Tango della morte (L'AIhambra, Granada); La Visita (Festival di Fécamp e Castello di Ventimiglia di Castelbuono); Macbeth (Festival Memoires des Lycées di Parigi; Villa Medici di Roma); Marylin Monroe (Teatro in Trastevere di Roma).

Parteciperanno a questi allestimenti, tra tanti e in diversa misura, (oltre ad Alida Giardina, Olga Macaluso e Benedetto) Carla Villagrossi, Massimo e Marco Verdastro, Maurizio Mosetti, Gloria e Riccardo Liberati, Stefano Jori, Luigina Leonardi, Gilberto Vitali, Eliana Pizzichi, Giorgia Piombini, Brunella Casolari, Carlo Montesanti, Flavia Benedetto, Carlos Valles, Loredana Zampardi, Piero Macaluso, Giovanni Isgrò.

In diversi allestimenti Benedetto si è avvalso di gigantografie, proiezioni, grandi dipinti sia suoi che di Luisa Racanelli come elementi sce­nografici.

Giovanna d'Arco e Itinerario-corpo, con Eliana Pizzichi, sono video-art e performance realizzati da Silvio per il suo Teatro segreto.

Sempre in questi anni Benedetto propone in Italia (le sue prime realizzazioni risalgono al 1958 a Buenos Aires) quella sua particolare forma teatrale che tutt’oggi crea ammirazione e interesse, il Teatro negli Appartamenti: una proposta di rigorosa ricerca che nella casa romana di via degli Scialoja 6 diventa un appuntamento romano continuativo.



“… il teatro di Benedetto , primo e conseguente promotore di questa particolare ricerca, è pensato appositamente per pochi spettatori. Lo svolgimento scenico, in un ambiente familiare e quotidiano, ricarica simbolicamente stanze, oggetti, corpi, testi, offrendoli al percorso della memoria che lo spettatore è indotto a compiere… “(di Umberto Artioli, sul Teatro di Benedetto).



Restano memorabili: Edipo e Follia e Roberta Stasera.

Il Teatro negli Appartamenti include nei suoi allestimenti molti attori del Teatro Autonomo di Roma, inoltre: Giovanni e Adela Benedetto, Silvia Di Blasi, Joerg Schaden, Luisa Lo Verme, Tony Trupia, Salima Balzerani, Enzo Albanese.

Nel 1977 parte­cipa alla Quadriennale di Roma presentando quell’opera,La Trilogia”, contestata a Palermo nel 1974.

A Palermo soggiorna a lungo nell’Hotel Delle Palme, poi si trasferisce in via Saverio Cavallari 28 dove vive e lavora. Contemporaneamente l’Hotel Centrale di Palermo gli offre in maniera permanente una suite per condurre la sua ricerca teatrale, dove a periodi Silvio abita e presenta spettacoli di Teatro negli Appartamenti: La visita, Creare, Roberta Stasera (nell’ambito del Premio Mondello).

Nascono importanti amicizie: con Michele Perriera, Sara Patera, Giovanni Solima, Maria e Nino Gennaro e i "Fufi", Marcello D’Agostino, Giuseppe Calabrò, Silvia La Mantia.

Nel 1978 sempre a Palermo dà vita al Teatro del Vicolo utilizzando stanze diroccate, nel retro dell’Hotel Centrale, che si affacciano sul Vicolo Marotta. Parteciperanno ai suoi allestimenti, oltre a molti attori “storici” del Teatro Autonomo di Roma, Angelo Faja, Lina Barbona, Giovanni Sollima, Francesco La Licata, Aleria Alessi, Sara Patera, Filippo e Guido Arista, Maurizio Lansalacco, Andrea Calvaruso, Brunella Casolari, il “Diavolo”, Mariano La Cavera.

Al Teatro del Vicolo Benedetto ha allestito, fra tanti: Escurial (di Michel de Ghelderode), Viaggio nel paese dei Tarahumara (di Artaud), Il Signor X (di Michele Perriera).

All'Hotel Centrale conosce Calogero Gueli (con il quale creerà in seguito “Campobello città d’arte”). Nello stesso luogo presenta la mostra personale della pittrice Olga Macaluso, con la quale nascerà un forte rapporto di amicizia che perdura sino ad oggi. Con lei, anche cantante e attrice di prosa, creerà successiva­mente il Teatro Mediterraneo i cui allestimenti (Storia d’amuri e di morte, Dioniso, Racconti Medioevali) privilegiano il teatro-musica a carattere itinrerante. Con lei ricerca e registra antiche canzoni ancora presenti nella memoria contadina dell’agrigentino e nel palermitano. Olga Macaluso sarà coautrice con Benedetto di diversi testi teatrali e collaborerà a diverse regie (ricordiamo di questo periodo La Madre Argentina).

Un nuovo componente del “gruppo”: Tommaso, il “mitico” cagnolino di razza bolognese, anche lui presente e partecipe in numerosi disegni, fotografie ed opere teatrali.

Nello stesso anno in Sicilia il Comune di Campobello di Licata (Agrigento) organizza una sua  grande mostra alla Palestra Comunale. Da quel momento in poi il rapporto con questo paese si andrà rafforzando. Benedetto curerà, insieme ad Olga Macaluso, il "Programma di rivitalizzazione del centro urbano". Le famiglie Gueli, D'Asaro, Smiraglia, Falsone, Pitruzzella, Di Franco, Corallo, Gulizia, Cammarata e Napoli sono i forti rapporti amichevoli di questo periodo.

Gli anni ’80 vedono infatti Silvio prevalentemente impegnato in opere pubbliche anche a Campobello di Licata: nel progetto e nella realizzazione di piazze (dove impone il suo personalissimo utilizzo della pietra) – con la collaborazione degli architetti Salvo Li Vecchi, Maria Macaluso e Diego Gulizia – di monumenti bronzei, nonché di una vasta opera murale (ricordiamo che Benedetto è stato più volte definito “l'ul­timo dei grandi muralisti").

A fianco all’attività siciliana, in Liguria la sua attività pubblica prende l’avvio nel 1978 con il murales Gesto antico, realizzato per la Cantina Sociale di Volastra (Cinque Terre, La Spezia), e prosegue negli anni successivi con il suo murales Vendemmiatori, entusiasticamente voluto dal suo amico Dario Capellini, presso il Municipio di Riomaggiore (Cinque Terre, La Spezia): opere che riprendono quel lungo sodalizio di Benedetto con le Cinque Terre stretto sin dal 1961 grazie ai suoi amici di Manarola, Silvana e Dario Capellini, e al loro invito alla "Festa dei pittori".

Nell’ambito delle successive edizioni del Festival di Teatro nelle Cinque Terre organizza dibattiti e conferenze (Antonino Buttitta, Ornella Volta, Dacia Maraini, Angelo Maria Ripellino, Bianca Frabotta, Carla Ravaioli, Caporossi e Remondi, Antonino Pasqualino Noto, Corrado Maltese, Alida Giardina); incontri sull'Immagine (Sergio Fregoso, Giacomo Carioti, Angelo Pitrone, Bostelmann, Mc Laren); mostre di altri autori (Siqueiros, Guttuso, Mario Ceroli, "Grafica tedesca", "Uomo-struttura-ambiente", "Cinque pit­trici nelle Cinque Terre").

Inoltre organizza numerose mostre-incontri sul tema delle Cinque Terre e sulla Sicilia in Italia e all'e­stero.

Nel corso di diversi anni illustra libri, costruisce pupazzi, disegna e realizza costumi teatrali.

A Buenos Aires l'11 novembre 1983 muore suo fratello Guillermo.

Nel 1988 il Museo di Belle Arti di Fécamp (Le Havre, Normandia) allestisce una sua vasta mostra per­sonale.

Nel 1989 allestisce al Teatro Politecnico di Roma La notte di Madame Lucienne e La Piramide, entrambi di Copi.

Negli anni Novanta dopo numerosi viaggi si trasferiscono in Italia suo padre Giovanni e sua madre Adela Caldarella.

Nel 1992 il Palazzo dei Normanni a Palermo ospita la sua prima grande mostra di scultura: La Metafora della Montagna.

È l'anno dell'”Antologica di fotografia al Waddan di Agrigento e degli Incontro-imma­gine al Fotogramma di Roma.

Sempre in quest'anno in Sicilia inizia la progettazione, insieme ad Olga Macaluso, della Valle delle Pietre Dipinte (110 massi policromi dipinti in più facciate sulla Divina Commedia).

Silvio Benedetto a proposito della Valle delle Pietre Dipinte scrive:



“…tu ed io domani altri come noi saranno Dante e Virgilio… vedi, per questo sono quasi assenti dalle mie pietre quanto assente le raffigurazioni di “paesaggi”. Il contesto è qui il paesaggio… ti muovi ti sposti, lo so… quella forma quel colore ti chiama, vai e poi ti volti a rivedere la figura che hai lasciato, torni ad essa perché l’impostazione compositiva è “a tutto tondo”… un lato rimanda ad un altro…”.



Nel novembre del 1993 l’attenzione sul lavoro artistico di Benedetto, già di affermata notorietà, assume una “nota mondana” a causa dell’inusitato scandalo suscitato dal suo dipinto Madonna, sole e bambini (oggi a Ravanusa nella Parrocchia Santa Maria di Fatima) poi intitolato dalla stampa e dalla TV nazionale ed internazionale, malgrado l’intenzione dell’autore, Madonna incinta :



… L’apparente assenza dalla scena pittorica si interrompe nel ’93 con la pala d’altare raffigurante la Madonna incinta. Provocazione gratuita che rinfocola accuse di ogni genere, creando aloni di simpatia per il genio sregolato dell’artista…” (Giovanni Bonanno, Teatro della pittura, “L’Euromediterraneo”, febbraio – marzo 2003, pp. 98-99)



Il 28 luglio 1994 da sua figlia Flavia nasce a Roma, all’Isola Tiberina, suo nipote Riccardo.

Come direttore artistico dell'Associazione Culturale Colloqui organizza con Olga Macaluso numerose mostre e dibattiti, crea spazi espositivi come la Camera Verde e la Camera Marrone per le attività più sva­riate (ceramiche, fotografie, cartoons, oggetti extraeuropei, civiltà contadina, manifesti, cultura immateriale). Collaborano con questa Associazione Claudio Benedetto e Madeleine Chevalier, Flavia Benedetto, Angelo Pitrone, Giacomo Carioti, Carmelo D’Asaro, Salvina Falsone, Giusi e Diego Gulizia, Giuseppe Culmone, Luisa Racanelli, Irene Angelo e Massimo Falsone, Liborio Italia, Osamu Oshida, Giuseppe Napoli, Silvia Di Blasi e Adela Caldarella.

Silvio ha tenuto negli anni lezioni speciali, seminari e laboratori su: regia tetrale, teatro e antropologia, teatro e psicoanalisi, sceno­tecnica (Accademia d'Arte Drammatica delle Calabrie, Rete Bibliotecaria di Carrara, Comune di Gubbio, Teatro Pirandello di Agrigento, Università degli Studenti stranie­ri di Parigi, Accademia di Arte Drammatica di Varsavia).

Nel 1995 per il Teatro Mediterraneo cura la regia del Dioniso d'inverno, spettacolo iti­nerante che coivolge tutta la città di Campobello di Mazara (Trapani) e del cui testo è anche autore (con la collabora­zione di Totò Cammarata per la stesura del copione).

Inoltre a Roma per il Teatro negli Appar­tamenti crea Lo specchio di Metistofele e Dr. Jekyll e Mr. Hyde, stravolgendo i ruoli protagonisti al femminile, con l'interpretazione di Olga Macaluso.

Dialogo con Pierre Loüys, fotografie e disegni è una sua mostra presentata all'Archimede di Roma con una nota di Riccardo Reim.

Alla Photogrammatica di Roma presenta le sue fotografie Per la trilogia del corpo (una sua nota fotografia in bianco e nero, Nudo e fiore, entra a far parte della Collezione della Galleria Comunale di Arte Moderna di Roma).

.Nell’estate 1996 Agrigento diviene sede di grandi regie teatrali di Benedetto: lo spettacolo itinerante La sagra del Signore della Nave di Pirandello, per un invito di Giovanni Sardone nell’ambito della Settimana Pirandelliana (prima edizione, presso la Cattedrale di Agrigento e seconda edizione nella valle dei Templi) e Delirio a due di Ionesco (presso la ESSEAERRE, protagonista Olga Macaluso).

In generale le produzioni artistiche di Benedetto negli anni Novanta spaziano tra sculture, dipinti, murales (come quelli a Campobello di Licata, denominata per questo “Città della creatività”), trilogie (ad esempio: “La presa delle terre”, “La miniera”, “La semina”),  realizzazioni figurative (nella Valle delle pietre dipinte), altre opere d’arte (sul tema dell’Iliade).

Nel 1997 presso la Cappella Chiaramontana di Palermo Benedetto raccoglie diversi suoi studi sulla Divina Commedia in una mostra dal titolo lo non Enea, io non Paolo sono, presentata da Giovanni Bonanno.

Realizza inoltre per la popolazione di Licata la scultura II frate di Pietrelcina e a Campobello di Mazara (Trapani) il murales La Marcia degli angeli come denuncia con­tro la violenza ai bambini.

Nel 1998 per il Teatro Sottosopra di Roma, sempre con Olga Macaluso, condividendone la regia e la scrittura, crea altre opere di Teatro negli Appartamenti: Le stanze di Faust, Prenotazione per l’Inferno e Faust opera ultima.

In particolare “Le stanze di Faust” vale a Benedetto una segnalazione per il premio Ubu con la seguente motivazione:



"Silvio Benedetto, direttore del teatro negli appartamenti, per la singolarità dell'esperienza che regge all'usura del tempo". (Moreno Cerquetelli, dal Catalogo n. 21)



Invitato d'onore alla Mostra Raum! alla Kunstlerhaus di Vienna, espone la sua installa­zione via Scialoja 6 alla Künstlerhaus e presenta una performance ispirata ancora all'opera goethiana (la stessa installazione sarà riproposta a Roma, all'Area Domus, nell'a­prile del 1999).

Per il Comune di Palma di Montechiaro, cura, insieme ad Olga Macaluso e Silvia Di Blasi, il Seminario Dal Macbeth di Shakespeare al Macheth di lonesco e dà inizio al murales La Processione.

Sombras è una raccolta di disegni su Tina Modotti, presentata da Claude Moliterni al Teatro 20° Secolo di Roma.

Al Teatro Olimpico di Roma “I Danzatori Scalzi” di Patrizia Cerroni presentano “Ali in corpo”: per questo spettacolo i loro corpi sono stati dipinti da benedetto in una riuscita proposta di body-art.



“… nasceva l’idea di sposare la mia pittura alla sua danza. Porto dunque i miei colori sulla pelle nuda dei suoi danzatori, che diventeranno luci – ombra – movimento – corpocolore…” (Silvio Benedetto, Teatro Olimpico, Roma, 1999)



Un'altra triologia (La presa delle terre, La miniera, La semina) viene da lui realizzata per l'Auditorio del Centro Polivalente (a Campobello di Licata), dove dipinge inoltre Micromacrocosmo lungo l'inte­ra balconata circolare della torre dell'Osservatorio.

In questo paese dell’entroterra siciliano è impegnato anche, sempre con la col­laborazione di Olga Macaluso nelle realizza­zioni figurative e di Silvia Di Blasi nelle poli­cromie geometriche, nella ultimazione della Valle delle Pietre Dipinte.

Contemporaneamente inizia la realizzazione di grandi pannelli in ceramica (con la collaborazione tecnica di Pino Conciali e artistica di Olga Macaluso) sul tema dell'Iliade.

Nel frattempo lavora nella stesura di una raccolta di poesie Conflitto di luglio, nel suo romanzo fanta­stico Portfolio e nei racconti dal titolo Tango Ligure.



Nelle Cinque Terre, al Castello di Riomaggiore presenta i suoi Disegni danteschi e al Circolo Curiel di Manarola  i suoi Disegni sul Messico.

Al Palazzo Colonna di Marino (nel Lazio) presenta Disegni e foto per La Valle delle Pietre Dipinte, a cura del Comune. Nella piazza principale della stessa città (proveniente da Mantova, Rovigo, Milano e Verona) si espone la sua Pietra che viaggia, opera che susciterà grande polemica.

Per il Teatro negli Appartamenti, nell´aprile del 1999 presenta Prenotazione per l´Inferno (da Dante a Goethe), lo Specchio di Mefistofele, Le Stanze di Faust (da Goethe a Lorca e Borges).
Il 29 dicembre 1999 muore suo padre Giovanni Benedetto
(oggi al cimitero di Campobello di Licata, Agrigento).

All’inizio del 2000 da Buenos Aires arriva in Italia Mariano Benedetto, suo nipote, che soggiornerà in Sicilia, a Roma e infine nelle Cinque Terre dove si fermerà per qualche tempo con la moglie Diana, e dove collaborerà con Silvio (la figura centrale del murales “Il Parco dell'Uomo tra mito e realtà” lo raffigura).

Nello stesso anno realizza al Castello di Riomaggiore una edizione commemorativa del Festival di Teatro nelle Cinque Terre. Da ricordare: la regia di Olga Macaluso del “Caligola” di Camus, l’incontro con Dacia Maraini, Beppe Barra e Dario Argento, il concerto dei Murra, El tango del desasosiego di Pessoa (con Silvia Di Blasi danzatrice e con Silvio Benedetto regista e attore).

Per il Teatro negli Appartamenti presenta Faust, l'ultima porta.

Nel 2001 all'Arsenale Marittimo Militare di La Spezia, insieme ad Olga Macaluso e a Silvia Di Blasi realizza il murales Tradizione Tecnologia Arte (gabbiano, sole, polene e ope­rai) da una proposta dell’Ammiraglio Dino Nascetti, nonchè diverse sculture-ensemble e una performance nell'ambito della Smart.

Conosce Silvia Lotti con la quale conduce uno stretto rapporto di vita e lavoro.

Con Olga Macaluso e Silvia Lotti lavora ancora nella “Valle delle pietre dipinte”

Nel 2002 a Lavaggiorosso, nella Vallata degli Ulivi di Levanto, realizza con altri pittori da lui invitati II Borgo delle Porte Dipinte.

Nel 2003 il Parco Nazionale delle Cinque Terre edita “Il Gigante di Villa Pàstine” a cura di Adriana Beverini, con un disegno in copertina di Silvio Benedetto e all’interno un racconto poetico dello stesso; inoltre un’accurata ricerca storica di Silvia Lotti sull’autore del Gigante, lo scultore Arrigo Minerbi.

Nel 2005 nella Villa Garibaldi di Licata (Agrigento, in Sicilia), realizza il Monumento al Partigiano Severino per un’iniziativa del nipote Angelo Saverino (con lui e sua moglie Grazia Silvio Benedetto e Silvia Lotti hanno stretto un’affettuosa amicizia).

Nel 2006 muore Adela, la madre di Silvio (oggi al cimitero di Campobello di Licata, Agrigento).

Nello stesso anno Silvio ultima il grande murales ceramico dal titolo L’Iliade di Silvio Benedetto (m. 7,30 x 3,10, collocato oggi nel Centro Polivalente di Campobello di Licata), attraverso il quale l’autore l’autore rivisita tutti i canti del poema omerica, composto da maioliche non figurate di svariata forma e da 24 pannelli figurati. La tecnica utilizzata da Benedetto è totalmente innovativa.

Ha realizzato sul tema anche numerosi disegni.

Negli anni Duemila dà inizio ad opere di mosaico polimaterico: Ancora il sole a Campobello di Licata (Agrigento); Sequenza della memoria (di circa 200 metri di lunghezza) nella galleria che collega la Stazione ferroviaria di Riomaggiore (La Spezia) con il paese, opera che Benedetto esegue direttamente in loco (con la collaborazione di Olga Macaluso, Silvia lotti, Bruno Amman, Davide Ricci, Mascha Bom, Luisa Racanelli, Flavia Benedetto, Mariano Benedetto e Piero Lotti e con l’amichevole partecipazione di Claudio Queirolo, Renzo, Matteo Bonanini).

Quest’opera fa parte degli Itinerari Artistici nel Parco Nazionale delle Cinque Terre (Patrimonio Mondiale dell’Umanità, Unesco), Itinerari che d’ora in poi, in sintonia con la volontà di rinnovamento culturale e artistico di Franco Bonanini lo impegneranno nella realizzazione dei seguenti murales: Il Marinaio tra la Madonna e la Maimona (Comune di Vernazza); Storia di uomini e pietre (piazza della Stazione di Riomaggiore); Vendemmia (Castello di Riomaggiore); Gente di mare tra mito e realtà (Municipio di Riomaggiore); Volti e mani (piazza del Vignaiolo, Riomaggiore); Presepe luminoso (Oratorio di Manarola); Gente di mare (Centro di Salagione, Monterosso). 

Per le strutture architettoniche e in pietra vedi a Manarola: la Piazza Dario Capellini (Progettazione artistica e realizzazione di Silvio Benedetto, progettazione tecnica di Diego Gulizia, con ceramiche pavimentali di Flavia Benedetto ed una scalinata artistica di terracotta di Silvia Lotti, bassorilievi di Olga Macaluso); La Fontana della Murena, sempre in Piazza Capellini, è un’opera scolpita da Benedetto in pietra e in marmo;

Il Monumento a Fabrizio De Andrè è un’altra sua realizzazione, sempre per Manarola, in un ensemble di lastre di marmo ed una pietra policroma.

A Vicenza si stabilisce un interessante rapporto culturale e amichevole con Ottorina, Fiamma e Dario Rigoni che si espliciterà nelle attività culturali della “Camera Verde Smeraldo”.

Realizza diverse stampe d’arte e pubblicazioni a Licata, curate da marco Morello.

Nel 2009 il Teatro Sottosopra di Roma e il Teatro negli Appartamenti, in dialogo con il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Alfonso Maurizio Iacono e con la collaborazione del Prof. Carlo Da Pozzo e di Federico Nobili, presentano un’azione teatrale all’interno dell’ Università di Pisa dal titolo La stanza del Preside. Attualmente Silvio Benedetto sta preparando, per questa Facoltà, un seminario teatrale per il mese di dicembre, cui seguirà un Laboratorio nel prossimo 2010 condotto da Olga Macaluso e dallo stesso Benedetto.



Inoltre realizza una sua azione pittorica voluta dalla regia di Massimo Verdastro, per “La pinacoteca di Eumolpo” (ispirata al Satyricon di Petronio), al Festival Fabbrica Europa (Firenze) che dà luogo ad un magico momento di pittura-teatro. Sul tema sta preparando una cartella di incisioni per la Stamperia “Il Bisonte” di Firenze.

Luisa Racanelli, Olga Macaluso e Silvia Lotti stanno affettuosamente curando la prossima Mostra Antologica che comprenderà tutte le fasi dei linguaggi e delle espressioni artistiche di Silvio Benedetto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo.

Di immi­nente pubblicazione, tra altre sue poesie e racconti, Racconti di Rio e L'uomo della Sprugola. Lavora attualmente nell’ordinamento dei suoi Scritti sull’arte.

Nell’ottobre 2009, insieme a Silvia Lotti, viaggia a Buenos Aires dopo circa cinquant’anni di assenza.



HANNO SCRITTO:

Luigi Carluccio, Emilio Garroni, Renato Guttuso, Rita Cirio, Antonello Trombadorì, Leonardo Benevolo, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Dario Micacchi, Antonio Del Guercio, Elio Mercuri, Antonio Collisani, Salvatore Rizzo, Giuseppe La Monica, Franco Arcangeli, Duilio Morosini, Giacomo Carioti, Attilio Bolzoni, Andrea Emiliani, Giuseppe Marchiori, Renato Tomasino, Fabrizio Zampa, Nico Garrone, Franco Grasso, Marco Palladini, Franco Cordelli, Italo Moscati, Umberto Silva, Angelo Ceccarelli, Calogero Gueli, Piero Longo, Giovanni Bonanno, Rosetta Romano, Angelo Maria Ripellino, Riccardo Reim, Dacia Maraini, Antonino Buttitta, Andres Neumann, Bruno Lavagnini, Maria Grazia Paolini, Mario De Micheli, Corrado Maltese, Lorenza Trucchi, Bruno Della Rosa, Claude Moliterni, Salvatore Cammarata, Silvia Di Blasi, Matthieu Galeyarmelle Heliot, Emilio Cerulli, Giorgio Serafini, Tullio Ciccarelli, Andres Castellana, Renato Barilli, Delia Parrinello, Gianni Bordone, Jean Pierre Thibauda, Renzo Margonari, Nino Gennaro, Diego Gulizia, Carlo Montesanti, Silvia Lotti, Eduardo Castro, Virgilio Guzzi, Giorgio Prosperi, Umberto Artioli, Aristide Rollandi, Rita Sala, Maurizio Iacono, Tommaso Chiaretti, Vittorio Alessandro, Andrea Ciullo, Alida Giardina, Peter Russel, Guido Valdini, Dino Ales, Olga Macaluso, Ghigo De Chiara, Corrado Ricci, Giampiero Castellotti, Marisa Volpi, Lauretta Colonelli, Marta Traba, Giacomo Giardina, Dario Capellini, Alexandre Vernon, Giuseppe Servello, Dino Nascetti, Domenico Guzzi, Ferruccio Battolini, Maurizio Calvesi, Michele Perriera, Leonardo Sciascia.